LA PSICOTERAPIA DELL'INFANZIA E DELL'ADOLESCENZA
Psicoterapia Infantile
L'infanzia e l'adolescenza sono normali fasi dello sviluppo durante le quali si affrontano situazioni e compiti a volte difficili, ma a volte queste difficoltà interferiscono con il naturale sviluppo cognitivo, affettivo, emotivo e psicologico.
I bambini, in particolare, non sono in grado di trasmettere il loro bisogno di aiuto sul piano emotivo e quindi il loro malessere psicologico riescono a comunicarlo soprattutto attraverso i comportamenti, attraverso il corpo e qualche volta attraverso i sintomi.
Spesso sono proprio i sintomi o i comportamenti disfunzionali a mettere in allarme l'adulto (gli insegnati o i genitori) come per esempio una forte aggressività, un livello alto di ansia, il rifiuto della scuola, un’eccessiva insicurezza nel rapporto con i coetanei, difficoltà di relazione e di inserimento nel gruppo dei pari, difficoltà nel rispettare le regole, disturbi nel comportamento alimentare, ...I genitori e gli insegnanti spesso si trovano in difficoltà e non sanno affrontare tali problemi.
Cosa fare in questi casi?
E’ importante rivolgersi ad un professionista dell'età evolutiva poiché un intervento di tipo psicologico spesso risulta necessario non solo in casi di disturbi conclamati, ma anche quando il bambino inizia a inviare i primi segnali di disagio.
Come si svolge la psicoterapia infantile?
Lo psicoterapeuta infantile utilizza diversi strumenti terapeutici con una modalità di lavoro completamente diversa dalla psicoterapia dell'adulto. La psicoterapia infantile utilizza prevalentemente il gioco, il disegno, la narrazione e la manipolazione creativa. I giochi e disegni sono elementi esterni attraverso cui il bambino può parlare di sé, un mezzo attraverso il quale il bambino riesce a sciogliere i conflitti psicologici profondi del suo mondo interno nelle sue relazioni esterne che sono all'origine della sua sintomatologia.
Per i bambini giocare, disegnare, costruire e immaginare, così come anche parlare sono dei modi importanti di condividere sentimenti, emozioni e di provare a risolvere i problemi. Attraverso il gioco terapeutico i bambini possono rivivere esperienze traumatiche e questo in maniera graduale permetterà loro di viverle e di avere un maggiore controllo su di esse.
Presso la nostra associazione abbiamo dedicato una stanza allestita in modo particolare e specifico, all’interno della quale sono presenti dei giochi che i bambini possono utilizzare nel lavoro terapeutico e i lavori fatti lungo tutto il percorso vengono conservati con cura e rappresentano simbolicamente la relazione del bambino con la psicoterapeuta.
Il compito dello psicoterapeuta infantile è quello di individuare il modo di comunicare più efficace con il bambino, di comprendere le sue difficoltà, tenendo presente la sua età e il contesto familiare e sociale. Guarda non solo i comportamenti manifesti, ma il loro significato, individuando il canale per trasmettere le emozioni, paure e angosce utilizzando a volte un canale verbale e altre volte quello non verbale come per esempio l'uso della fantasia.
Adolescenza
L’adolescenza suscita al giorno d’oggi, più che in ogni altro momento storico, una crescente attenzione da parte del mondo degli adulti. Dietro ogni comportamento dell’adolescente, spesso di difficile comprensione, c’è una grande necessità di conoscere e capire.
L’adolescenza è il periodo di transizione tra l’infanzia e l’età adulta. Rappresenta la fase della vita durante la quale un ragazzo conquista le abilità e le competenze necessarie ad assumersi le responsabilità relative al futuro stato di adulto. Questo periodo di transizione prevede una costante evoluzione e continue trasformazioni .In questa fase il ragazzo si pone interrogativi e dubbi su se stesso,.
Le trasformazioni del proprio corpo, i rapidi e grossi cambiamenti causano una fase di disequilibrio in cui tutto viene rimesso in discussione, i ragazzi diventano consapevoli delle mutazioni che li riguardano e sono perciò impegnati in un difficile processo di attribuzione di senso a quello che sta loro accadendo.
Con l’acquisizione di un pensiero proprio, gli adolescenti creano delle rappresentazioni della famiglia, della scuola e degli amici, le criticano ed esprimono giudizi e diventano in grado di elaborare delle ideologie relative alla realtà empirica e alla vita.
La relazione genitori figli
Il rapporto con i genitori è spesso carico di tensioni: se da un lato nell’adolescente c’è una individuazione, una affermazione di sé come individuo a se stante e quindi l’esplicitazione di un bisogno di autonomia dalle figure genitoriali e dal contesto familiare, dall’altro in lui vi è un bisogno di appartenenza. Nell’ambito di questa ambivalenza continuamente sperimenta se stesso e spesso è il gruppo di coetanei che soddisfa alcuni suoi bisogni comunicativi e affettivi.
Come riuscire a comunicare?
Cambia l’adolescente e deve cambiare la comunicazione. Le stesse frasi che andavano bene quando era bambino ora non funzionano più. Nell'esercizio di una genitorialità adeguata sono necessarie alcune risorse fondamentali per lo sviluppo della nuova relazione genitore-figlio adolescente: una piena consapevolezza da parte del genitore, dei messaggi che invia al proprio figlio (di svalutazione e critica, o di rinforzo e incoraggiamento, ecc.), una diversa capacità di ascolto rispetto ai bisogni del figlio, e un’apertura al dialogo. E’ necessario, quindi , trovare un modo di comunicare con loro fondato sull’ascolto, sulla comprensione e promuovere la libertà decisionale del figlio.
I sintomi adolescenziali
I sintomi adolescenziali hanno un carattere instabile e discontinuo.
Ciò che accomuna principalmente i sintomi dell’adolescente è l’estremizzazione dei conflitti, che può manifestarsi attraverso due modalità principali: la ribellione fisica e/o verbale anche violenta, oppure l’isolamento e/o il silenzio, che portano comunque con sé forti sentimenti di aggressività nei confronti del mondo. I genitori sono spesso spaventati e sorpresi, vedono davanti a sé un figlio che non riconoscono e questo li spinge ad assumere comportamenti permissivi, tolleranti o repressivi, come conseguenza all’onda d’urto provocata dalle emozioni suscitate in loro dal figlio.. Questi momenti si alternano ad altri in cui sembra che torni la serenità.
E’ necessario tener presente che l’adolescente utilizza prevalentemente il linguaggio del corpo e dell’azione non avendo ancora sufficiente padronanza delle parole per esprimere i propri bisogni.
Psicoterapia con l’adolescente
L’obiettivo generale della psicoterapia con l’adolescente è quello di promuovere l'espressione di sé, la costruzione della sua autostima e l’acquisizione di strategie comportamentali utili per esprimere al genitore le proprie richieste di rassicurazione e sostegno. In particolare occorre aiutare l’adolescente a conoscere e comprendere i propri vissuti, i propri atteggiamenti, i sentimenti, a conoscere le proprie emozioni, la loro funzione e il loro significato, e a comunicarle al genitore.
Ai genitori viene richiesto un grosso impegno. E’ quindi necessaria un’attenzione particolare alle loro difficoltà, al senso d’impotenza, alla rabbia che provano e fornire loro strumenti di comprensione ed intervento efficaci per stare a fianco al figlio adolescente.