A2M - AliMentAzione
PERCORSO ALIMENTARE PER IL RIEQUILIBRIO DELLA MENTE E DEL CORPO
Presto le date definitive nel rispetto della normativa anti-covid
Il cibo si riveste di molteplici significati affettivi sociali e culturali (cibo = amore veicolato in prima istanza dal latte materno, cibo legato alla particolare atmosfera dell’ora di pranzo in famiglia, cibo segno di livello sociale, cibo come segno di appartenenza ad un gruppo attraverso le abitudini alimentari).
Riappropriarsi della capacità di gestire la propria alimentazione è una strada importante per giungere alla comprensione di se stessi.
Affrontare un disturbo alimentare significa non solo intervenire per modificare abitudini alimentari inadeguate, ma confrontarsi con un senso di mancanza di identità, di vuoto, di nullità che caratterizza la personalità del paziente che ne soffre.
Le possibilità di successo di una dieta sono subordinate al fatto che sia stata intrapresa per iniziativa personale e che si modifichi contemporaneamente la dinamica personale, altrimenti il mangiare troppo può diventare esso stesso l’unico gesto di indipendenza e di ribellione che rafforza un circolo chiuso.
La complessità dei fattori eziologici rende necessario non considerare la persona con un disordine alimentare il solo responsabile del problema. Indispensabile è strutturare un intervento che si fondi su rispetto, dignità, comprensione, empatia, incoraggiamento, tempo e impegno professionale e che consenta di ottenere una soluzione a lungo termine del disturbo alimentare. Gli obiettivi sono, dunque, la perdita di peso, il riequilibrio delle abitudini alimentari, l’eliminazione dei sintomi compulsivi e l’elaborazione dei vissuti cognitivo-emotivi sottostanti.
Nello specifico l’intervento è teso a:
1- aumentare, per un tempo significativamente lungo, la compliance del paziente nel seguire la dieta e nel modificare le sue abitudini alimentari;
2-migliorare la qualità di vita del paziente attraverso una maggiore consapevolezza e stima di sé, un miglioramento dell’immagine corporea e una miglior cenestesi acquisita con il trattamento.
INTERVENTO TERAPEUTICO
1. Diagnosi del paziente: anamnesi psicologica e medica
L’intervento inizia con una prima fase diagnostica, costituita da colloqui clinici ed informativi con le varie figure professionali che costituiscono l'equipe di lavoro, tesa a formulare l’anamnesi psicologica e medica del paziente. Si tratta di un momento fondamentale che consente di: accogliere il paziente; raccogliere le informazioni necessarie a formulare un’ipotesi diagnostica e l’eventuale idoneità al percorso; analizzare i bisogni; creare un clima di fiducia e sostegno che gli permetta di riconoscere il suo disagio nei diversi aspetti biologico-costituzionale, psicologico, di personalità, socio-culturale; valutare e promuovere la motivazione.
2. Trattamento terapeutico:
Il percorso terapeutico prevede una metodologia complessa che si avvale di diversi strumenti d’intervento:
- trattamento psicoterapeutico
- programma nutrizionale
- training psico-motorio.
Il trattamento psicoterapeutico avviene in gruppo ed è finalizzato al decondizionamento dei comportamenti compulsivi e al rinforzo della motivazione alla dieta; alla presa di coscienza della differenza tra immagine del corpo ideale e reale in funzione di un processo di accettazione della propria corporeità; alla rappresentazione concreta delle modificazioni corporee con percezione gradevole della sperimentazione di questo nuovo corpo;alla proiezione nel futuro dei benefici secondari che il nuovo corpo procurerà; al rinforzo dell’Io.
Il gruppo psicoterapeutico prevede l’utilizzo di diverse tecniche terapeutiche tra cui esperienze percettivo-motorie, tecniche proiettive, giochi di ruolo, tecniche di rilassamento ed ipnositerapia mediante un protocollo di visualizzazioni.